Text: Giorgio Conte. De Profundis.
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C'e uno scontro tra due macchine al di la della Moscova
E si son conciati tutti, anche quello che guidava
Eran tre con dietro un quarto, che pero era gia morto
E difatti nella bara lui non si e nemmeno accorto
Nel corteo si procedeva tutti quanti alla rinfusa
Quasi fossero cateti in cerca dell'ipotenusa
Il diacono sfiatava su ogni mezzo do di petto
Il defunto, solo lui, nel suo ruolo era perfetto
Perche senza entrare nel merito, e soltanto questione di spirito
Le piagnone nei singhiozzi eran scarse d'energia
L'oratore ad ogni frase dava sfoggio d'amnesia
Lo baciava sulla fronte, poi sputava disgustato
E li il morto, assai discreto, e rimasto senza fiato
Ecco il cielo si indispone e scoppiettano due tuoni
Ma si sa che la natura se ne frega dei sermoni
Tutti quanti a scantonare per cercare almeno un tetto
E soltanto il caro estinto non si e messo a far fagotto
Perche, senza entrare nel merito
E soltanto questione di spirito
Che gli importa del diluvio, non e poi questo svantaggio
Nei viventi, a dire il vero, c'e carenza di coraggio
I defunti, gli ex-umani, hanno stabile fermezza
Mica fatti come noi
Sono proprio un'altra razza
Poi in quanto a sangue freddo non si fanno compatire
Non li vedi mai scomporsi, mai avranno da ridire
Sanno star nel loro ambiente, quieti quieti fino in fondo
Non si sente anima viva, proprio cose d'altro mondo
Perche, senza entrare nel merito
E soltanto questione di spirito
La nel regno delle ombre non si sente una parola
E di notte una signora ci puo andare anche da sola
Che non corre nessun rischio, ne pericoli di sorta
Qui nessuno la importuna o le fa la mano morta
E va beh che prima o poi dovremo andarci tutti quanti
Ma se c'e chi ha molta fretta che mi passi pure avanti
Sembra proprio che a schiantare qui si faccia tutti a gara
Con la debita eccezione di chi sta dentro a una bara
Perche, senza entrare nel merito
E soltanto questione di spirito ?
C'e uno scontro tra due macchine al di la della Moscova
E si son conciati tutti, anche quello che guidava
Eran tre con dietro un quarto, che pero era gia morto
E difatti nella bara lui non si e nemmeno accorto
Nel corteo si procedeva tutti quanti alla rinfusa
Quasi fossero cateti in cerca dell'ipotenusa
Il diacono sfiatava su ogni mezzo do di petto
Il defunto, solo lui, nel suo ruolo era perfetto
Perche senza entrare nel merito, e soltanto questione di spirito
Le piagnone nei singhiozzi eran scarse d'energia
L'oratore ad ogni frase dava sfoggio d'amnesia
Lo baciava sulla fronte, poi sputava disgustato
E li il morto, assai discreto, e rimasto senza fiato
Ecco il cielo si indispone e scoppiettano due tuoni
Ma si sa che la natura se ne frega dei sermoni
Tutti quanti a scantonare per cercare almeno un tetto
E soltanto il caro estinto non si e messo a far fagotto
Perche, senza entrare nel merito
E soltanto questione di spirito
Che gli importa del diluvio, non e poi questo svantaggio
Nei viventi, a dire il vero, c'e carenza di coraggio
I defunti, gli ex-umani, hanno stabile fermezza
Mica fatti come noi
Sono proprio un'altra razza
Poi in quanto a sangue freddo non si fanno compatire
Non li vedi mai scomporsi, mai avranno da ridire
Sanno star nel loro ambiente, quieti quieti fino in fondo
Non si sente anima viva, proprio cose d'altro mondo
Perche, senza entrare nel merito
E soltanto questione di spirito
La nel regno delle ombre non si sente una parola
E di notte una signora ci puo andare anche da sola
Che non corre nessun rischio, ne pericoli di sorta
Qui nessuno la importuna o le fa la mano morta
E va beh che prima o poi dovremo andarci tutti quanti
Ma se c'e chi ha molta fretta che mi passi pure avanti
Sembra proprio che a schiantare qui si faccia tutti a gara
Con la debita eccezione di chi sta dentro a una bara
Perche, senza entrare nel merito
E soltanto questione di spirito ?
Giorgio Conte
Giorgio Conte