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Text: Max Gazzè. Contro Un'onda Del Mare. Sul Filo.


Cannone spara fumo, un rimorso
che stordisce sul passato che castiga
nessuna pieta
Sono stato io, carezza e cenere,
un incendio delicato,
spirale di amore - odio
Come intruse, rifiutavo memorie
e dolcissime domeniche cantate
sulle panchine
Confusione, ed equilibrio fasullo
"Prigioniero: prego, si alzi in piedi!"
E lei rimane di vetro ed incespica
dicendo che e felice di partire
poi ritorno ad impegnarsi
su quella piega del vestito
non si accorge che cammino
in bilico sul filo.
Indago il tempo di noi, le stagioni
quando due colori estremi
lottavano dentro di me
Una prova: lo rifarei di nuovo,
ho sbagliato il giocattolo e stanco
o e meglio di no.
Non conviene dubitare all'indietro
sgomitare bolle d'aria
e uscirne con l'acqua alla gola
Ora glielo diro, ora glielo diro!

Ma poi manca il coraggio, quasi casco dalle
nuvole dicendo che fa caldo
ed abbasso il finestrino
e lei si massaggia il sopracciglio
con un etto di matita
come una diva.

Vulcano s'e spento ormai
sento lava gelida sui fianchi teneri
un terremoto all'interno commuove
mi rapina, vita della vita,
e lascia il segno:
ora guarda che fai;
stringiti un pugno alla mano
ti consuma questa mimica di carta vetrata
Amala oppure vai via!

Si fruga nella tasca
trova un paio di forcine per capelli
e poi si tuffa dentro al mio retrovisore
anzi, lo piega verso la destra
ci controlla la vecchiaia
e guarda una ruga

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